Giusi Morbini: com’ era bella la mia Vigilia di Natale

Natale in casa di poveri contadini

Natale in casa di poveri contadini

Quando ero piccola all’approssimarsi del Natale ultimavamo il presepio che occupava un intero tavolo. Montagne e capanna preparati con i ceppi più grandi e contorti della legnaia, un pezzo di specchio rotto diventava un laghetto e poi muschio a volontà. Muschio raccolto, congelandosi le dita, sui tronchi degli alberi e sul cemento dei canali d’irrigazione, in mezzo alla nebbia della nostra pianura.
Poi le vecchie statuine di mio padre, in gesso, tenute per un anno a riposare sul solaio, avvolte in carta di giornale e infilate in uno scatolone. Alcune avevano subito delle amputazioni, ma l’abilità consisteva nel sistemarle in modo che gli sfregi del tempo rimanessero nascosti.

 

La classe 2A SMS "Zasio" di Pralboino ha progettato un presepio 2003 che fa leva sulla contrapposizione tra il Natale consumistico e il Natale di solidarietà.

La classe 2A SMS “Zasio” di Pralboino ha progettato un presepio 2003 che fa leva sulla contrapposizione tra il Natale consumistico e il Natale di solidarietà.

Mia madre preparava il ripieno per i tortelli, speciale come solo lei sapeva e sa fare ancora oggi. La zucca doveva essere buona, asciutta, con la giusta dose di “arans” e amaretti tritati…
Arrivata la sera della Vigilia, tutti insieme recitavamo il rosario…in latino e mille preghiere per i vivi e per i morti.
I miei ricordi sanno di odore di burro che sfrigola, versato sui tortelli bollenti, coperti di formaggio, del sapore forte di anguilla marinata, del dolce del torrone cremonese e della marronata locale.
La cena durava poco e poi erano i racconti, le storie, le leggende i protagonisti della serata. Chi “sapeva sentire” avrebbe captato le voci degli animali nella stalla, a mezzanotte… perché questa era la magia del Natale.

Ricordo un anno, mentre si recitava il rosario, abbiamo visto due luci dentro la capanna (il nostro presepe era buio!). Un poco intimoriti ci siamo avvicinati e abbiamo scoperto… era solo la nostra gatta e le luci erano i suoi occhi incandescenti. ..aveva scelto quel luogo per dormirci… credo che Gesù Bambino non ne fosse dispiaciuto, era morbida e calda come una coperta.
I miei figli non smetterebbero mai di sentirmelo raccontare mentre sistemiamo le nostre nuove statuine di plastica, senza storia, in un paesaggio illuminato a giorno nel tentativo di costruire la nostra “magia del Natale”.

Giusi Morbini

Si ringrazia la Cassa Padana per la gentile collaborazione.
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Pubblicato in I nonni raccontano.