Vincenzo Chiesa: la rivoluzione francese (parte 2)

Il timore di una espansione dei principii rivoluzionari anche fuori dai confini francesi spinse le nazioni europee ad accordarsi e a coalizzarsi militarmente.

La Francia ebbe la ventura di avere un cittadino eccezionale nato nella Corsica francese, cittadino che l’avrebbe salvata e avrebbe dato gloria al paese: Napoleone Buonaparte.

Egli frequentò una accademia militare uscendone col grado di tenente dell’esercito, e successivamente prestò servizio in varie località francesi dove completò la sua naturale attitudine militare. Divenne in seguito capitano d’artiglieria e si trasferì a Parigi, dove ebbe l’occasione di frequentare la casa di “Madame de Stael”, celebre signora alsaziana di rara cultura e intelligenza.

Ella teneva aperto in Parigi un salotto nel quale riceveva le migliori intelligenze della Francia di allora. Suoi ospiti erano ministri, poeti, uomini di governo, letterati: insomma i rappresentanti della più alta intellighenzia francese. Gli ospiti di quel salotto discutevano di arte, di letteratura, di storia e di ogni argomento culturale apportando ognuno il proprio elevato pensiero.

Anche Napoleone ebbe l’occasione di partecipare a quel salotto e quale militare, esplicò nuove teorie di tattica e strategia militare, teorie che colpirono l’uditorio per la loro novita’ e genialita’. Anche Madame de Stael ne fu colpita e comprese le eccezionali qualita’ di quel capitano d’artiglieria tanto che ne fece partecipe il ministro della guerra, il quale assegnò a Napoleone un modesto esercito francese con l’incarico di bloccare il forte esercito austriaco che marciava verso la Francia con l’intenzione di invaderla e ripristinarvi la situazione precedente alla rivoluzione. Napoleone, col suo modesto esercito, traversò il confine con l’Italia e batté gli Austriaci costringendoli a ritirarsi.

Alcuni anni dopo, Napoleone, non pago delle vittorie ottenute, si recò con il suo esercito nella Germania del nord, precisamente in Sassonia e quivi si scontrò con un poderoso esercito soprannazionale, cioé formato da parecchi stati nemici della Francia e soprattutto della   sua rivoluzione.

Il confronto avvenne presso la città di ‘”Austerlitz” e costituì il fiore all’occhiello di Napoleone. Per i francesi fu una grande vittoria che ancora oggi e’ studiata nelle accademie militari per la genialità della sua conduzione. Napoleone, avendo a disposizione un modesto   esercito, dispose le sue truppe in modo da trarre in inganno i nemici. Napoleone divenne l’idolo dei suoi soldati e del popolo francese che lo accolse, al ritorno in patria, quale figlio eroico e salvatore della nazione; egli venne nominato primo console e subito dopo imperatore dei francesi.

Egli si dedico’ a normalizzare il paese e a legiferare in favore della rivoluzione; basti ricordare il codice civile alla cui opera prese parte attivamente dimostrandosi capace   anche in questa materia.

La pace sembrava tornata in Europa e solo l’Inghilterra, fiera avversaria della Francia, si ostinava a volerla sconfiggere. Venne quindi costituito un nuovo potente esercito sovrannazionale comandato dall’inglese “Wellington” per battere Napoleone. I due eserciti si scontrarono in Belgio, a Waterloo. I francesi subirono una grave sconfitta e lo stesso Napoleone con il suo stato maggiore venne circondato in una casupola.

Qui accadde un episodio umoristico che fece il giro del mondo e che riporto alla lettera qui di seguito: gli inglesi intimano a Napoleone, ormai accerchiato, di arrendersi non avendo egli più via di scampo; interviene il generale Canbronne, il quale alle intimazioni inglesi risponde letteralmente: “Merda! muore la vecchia guardia ma non si arrende”. Tutti furono fatti prigionieri e gli Inglesi, per disfarsi definitivamente di Napoleone, lo relegarono prigioniero nell’isola di Sant’Elena sperduta nell’oceano Atlantico vicino all’Africa del sud. Napoleone, vittima degli inglesi e del clima umido e malsano, morì nell’isola il 5 maggio 1821. Si sospetta che sia stato avvelenato dagli inglesi.

In conclusione, la rivoluzione francese, pur causa di milioni di morti, ofrì al mondo intero un nuovo ordinamento di progresso e di liberta’ che, ancoraoggi, regge tutte le nazioni civili e progredite del mondo; soppresse la schiavitù dell’uomo elevandolo a costruttore del suo benessere e del benessere collettivo della nazione.
Dobbiamo tutti essere grati alla rivoluzione francese che ha dato ai popoli la liberta’ togliendoli dalla schiavitù dei ricchi danarosi e superbi

Vincenzo Chiesa

Pubblicato in I nonni raccontano.