Mettersi in gioco: perché dire sì

Articolo sull'associazione L'Arcobaleno

Articolo apparso su “II Giornale di Brescia” il 25 luglio 1999 in cui racconta dell’associazione di volontariato “L’Arcobaleno”.

Come già annunciato in un articolo apparso su “II Giornale di Brescia”, il 25 luglio 1999, per iniziativa di alcuni cittadini presenti a vario titolo nella nostra Casa di Riposo, si è costituita l’associazione di volontariato denominata “L’Arcobaleno”.

La preesistente e preziosa disponibilità di alcune signore ad aiutare in qualche modo gli ospiti della struttura ha suggerito al Consiglio di Amministrazione di creare un gruppo strutturato di volontari configurato come Onlus, cioè come un’organizzazione senza scopi di guadagno e tesa al perseguimento dell’utilità sociale in senso solidaristico.
Siamo consapevoli delle diversificate e talvolta ingiuste considerazioni nei confronti di chi presta volontariato: qualcuno li mitizza, qualche altro li deride, vi è chi li definisce vittime di
protagonismo oppure individui che si prestano nel sociale per risolvere problemi personali.
Un fatto è certo: il volontario è colui che ha il coraggio di mettersi in gioco, anche con il rischio di rimanere deluso perché, a volte, si scoraggia e si sente solo.
E’ nostra convinzione che, comunque, sia un rischio che valga la pena di correre poiché ciò che si
offre con il cuore agli altri ci viene restituito con altrettanta intensità, anche se in forme diverse, le più svariate.
Per evitare che la parola ‘volontariato’ non faccia rima con spontaneismo confusionario e per far sì che il volontario svolga la propria attività con senso di collaborazione nonché con la sensibilità e la moralità che la delicatezza delle situazioni richiede, abbiamo adottato un regolamento interno; esso prevede un corso formativo di alcuni incontri, tenuto dai nostri operatori socio-sanitari, per prendere confidenza con la struttura e con i suoi problemi.

Nella fase iniziale di vita e di operatività del gruppo di volontariato si sono individuate alcune attività principali in modo da lasciare che ognuno dei volontari si possa dedicare a ciò per cui si ritiene più adatto.
Una delle mansioni più importanti è di imboccare gli anziani sia della Casa di Riposo sia del Comune, impegno cui purtroppo solo qualche cittadino si dedica generosamente e disinteressatamente da tempo.
Alcuni volontari possono, invece, affiancare il nostro personale nelle attività di compagnia e di animazione, attività fatte di lettura quotidiana del giornale, di visione di film, di lavori con l’uncinetto, di realizzazione di quadri incollando palline di carta crespa, di oggetti con pasta di sale, di ginnastica di gruppo, di feste ed escursioni, di tombole, di danze e di serate musicali, di tornei di briscola e di altrui giochi socializzanti.
Altri, infine, potrebbero dare la propria disponibilità, utilizzando i mezzi dell’Ente o delle Istituzioni operanti sul territorio, nel trasportare i nostri ospiti per visite guidate, per gite in campagna e per l’accesso ai servizi del Centro Diurno Integrato.
Fare volontariato in una casa di riposo, soprattutto all’inizio, non è facile: l’impatto, quando ci si trova di fronte colui che non è per nulla autosufficiente, è quasi di tristezza e, come dice qualcuno, “fa venire le lacrime agli occhi”. Quando, però, si entra in sintonia con gli anziani, vedendoli davvero come “persone”, allora tutto diventa più facile.
Non possiamo, quindi, che augurarci che cresca sempre più il numero di persone che possano e vogliano offrire il proprio tempo per un servizio di questa importanza e, ci si permetta l’ espressione, di questa necessità.

VOLONTARIO NON SI NASCE MA LO SI DIVENTA !

L’ ARCOBALENO DELLA SPERANZA E DELLA SOLIDARIETA’ ASPETTA IL TUO CONTRIBUTO

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