Qui alla casa di riposo di Pralboino, dove trascorro serenamente la mia vecchiaia, avevamo un bel canarino che ci allietava con il suo canto. Purtroppo era vecchio e un giorno passò a miglior vita: il fatto fu per noi causa di tristezza. Era necessario perciò sostituirlo con uno giovane: ma come?
Parlando con alcuni conoscenti, venni a sapere che un caro e vecchio amico, il rag. Franco Godenzi di Ghedi, era un appassionato allevatore di canarini. Gli facemmo conoscere il nostro problema e dopo pochi giorni ce lo vedemmo arrivare con uno stupendo canarino che regalò alla nostra comunità. Un meraviglioso canterino che gorgheggia con grande maestria. Siamo tutti felici.
E già che ho citato l’amico Godenzi, vi voglio raccontare di una gara di caccia, a dir poco avventurosa, che facemmo in sua compagnia.
Durante la manifestazione, che era iniziata sotto uno splendido sole, il tempo si andò guastando. Come spesso succede in estate, enormi nuvoloni neri si addensarono su di noi e fu il finimondo. Quasi un tornado si abbattè su cani e cacciatori, rovesciando perfino l’autocarro dove stavano in bella mostra premi e coppe per i vincitori.
Mi ricordo di essermi avvinghiato ad un albero e di essere rimasto in quella posizione fino al termine della buriana. Così fece anche l’amico Godenzi.
Va ricordato che Franco Godenzi, oltre ad essere un bravo cacciatore, fu anche allevatore di setter inglesi. Ora si è ritirato ad allevare canarini.
Fra i cacciatori è rimasta proverbiale la sua generosità che proprio noi della casa di riposo abbiamo recentemente sperimentato.
Anch’egli come me non capisce le nuove generazioni dei cacciatori ed è molto amareggiato per come si svolgono ora le cacce e le gare cinofile.
Domenico Margini