Domenico Margini: la Federaccia di Brescia gli rende onore

La FEDERCACCIA di Brescia, appresa la notizia della morte del signor Domenico Margini, pubblicò sulla rubrica settimanale “CacciaPensieri” del quotidiano “Il Giornale di Brescia” il seguente necrologio.

Copertina del fascicolo "Ricordi di un novantenne", stampato per il novantesimo compleanno di Domenico Margini.

Copertina del fascicolo “Ricordi di un novantenne”, stampato per il novantesimo compleanno di Domenico Margini.

Domenico Margini ha serenamente concluso la sua vita serena. La Federcaccia ha perso il suo tenace assertore; il Gruppo cinofilo bresciano, invece, il suo sapiente fondatore.

“De mortuis nisi bene”, questo antico aforisma consacra una umana e pietosa consuetudine in virtù della quale delle persone che scompaiono si dice sempre tutto il bene tacendo, invece, non tanto il male, che non siamo noi a dover giudicare, ma i motivi di dissenso e talvolta di contrasto che hanno punteggiato la nostra convivenza.
Ma non è il caso di Domenico Margini: per celebrare le sue preclare virtù umane, sociali e civili, bisognerebbe saper coniare aggettivi a livello superiore. Un uomo che lascia un segno significativo con la sua vita e con le sue idee.
Egli ha dimostrato, in permanenza, che con la buona volontà si può fare del bene agli altri e costruire qualcosa di concreto, avere degli ideali e metterli in pratica in tutti i campi.

Fu uomo integerrimo dalla decisa personalità, scolpita nell’armonia di doti e di facoltà umane rivolte ad onorare, in ogni circostanza, il prezioso dono della gratitudine e della sincera amicizia, doni che egli tenne in sommo onore.
Tutti i veri cinofili e gli autentici cacciatori bresciani furono da lui trattati ed assistiti, specie nel momento del bisogno, come figli o fratelli. La sua bonomia e la sua cordialità gli hanno conquistato sempre l’affetto degli amici ed il rispetto in ogni circostanza.

Giudice federale preparato e imparziale, si guadagnò la simpatia sia sui campi di prove sia nei ring delle esposizioni canine del settore venatorio.

Lo stare in mezzo ai cacciatori ed ai cinofili fu per lui un costante motivo di soddisfazione che traspariva dall’espressività del suo sguardo. Sentimenti profondi che sono condensati nell’opuscolo che egli ci ha lasciato: “Ricordi di un novantenne”.
Sono pensieri ed immagini di altri tempi, ricordi dei giorni felici della giovinezza e della maturità: una sintesi di serena esistenza che racchiude nei suoi contenuti l’immagine di un personaggio capace di lasciarci un esempio di vivere proiettato nel futuro.

a cura della FEDERCACCIA DI BRESCIA

Pubblicato in I nonni raccontano.