Centri diurni per sconfiggere la sensazione di solitudine

C’è un momento in cui l’anziano inizia a “sentirsi solo” a causa di una vedovanza oppure per la lontananza dei figli

Stimolazioni ludiche e ricreative possono essere un freno agli stati d’animo tristi ed aiutare a mantenersi “vivi”

recita_teatrale

Recita teatrale

Quando si diventa anziani i cambiamenti sono inevitabili, sia dal punto di vista fisiologico che emozionale. Fino a poco tempo fa si è prestata poca attenzione agli effetti psicologici che il passare degli anni e le esperienze vissute possono avere, soprattutto sulla scia della convinzione che gli anziani siano tutti “uguali”. Nulla di più falso! Infatti, invecchiando, le persone tendono ad assomigliarsi meno, anche se si trovano ad affrontare esperienze molto simili.
C’è un momento in cui l’anziano inizia a “sentirsi solo” a causa di una vedovanza oppure per la lontananza dei figli. A qualunque età, quando si è colti da un senso di solitudine, è possibile reagire in diversi modi.
Le persone in età avanzata tendono a scegliere prevalentemente l’isolamento, che porta ad un impoverimento della sfera affettiva e delle relazioni sociali, che è spesso tra i fattori più importanti per la perdita di salute e autonomia. La soluzione è talvolta precariamente combattuta con “mezzi rapidi”, quali possono essere la somministrazione di farmaci o l’inserimento in casa di riposo. In particolare, in queste strutture gli anziani hanno la possibilità di non rimanere soli e di relazionarsi con altri, perdendo però la possibilità di gestirsi autonomamente nelle attività quotidiane, come andare a far la spesa, cucinare e mantenere alcuni hobby.
In quest’ottica i Centri Diurni per anziani rappresentano una soluzione appropriata ed efficace al fine di lenire la solitudine. Il fatto di potersi confrontare con altri, mantenendo, allo stesso tempo la propria autonomia domiciliare, fa in modo che gli anziani possano trovare una risposta soddisfacente ai loro bisogni.
La recente nascita di numerosi Centri Diurni per anziani risponde perfettamente a queste esigenze. Si tratta di strutture in cui sono erogati servizi al fine di favorire una migliore qualità di vita in un ambiente sereno e vivo. La loro frequentazione significa per l’anziano poter disporre di un luogo per la socializzazione e il mantenimento di attività rilevanti che presuppongono un impegno organizzativo e un nuovo modo di relazionarsi con gli altri.
Fra le attività propriamente occupazionali, ricreative e di animazione culturale che vi si svolgono, si deve segnalare la lettura di quotidiani o settimanali (infatti, commentare le notizie di cronaca con altre persone permette di mantenersi al corrente di ciò che accade nel mondo), così come la conversazione e il confronto su temi generali, ma anche su problemi personali, come la propria famiglia.

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La tombola, gioco sempre gradito dai nonni

All’interno dei Centri Diurni vengono inoltre svolte attività di tipo ludico quali l’organizzazione di spettacoli teatrali (anche in lingua dialettale), feste, gite (che risvegliano lo “spirito d’avventura”), tornei di bocce o di briscola, le tombolate, svaghi dal sapore antico, ma che meglio di altri riescono ad animare i frequentatori dei centri. Si organizzano anche corsi di pittura e di canto che permettono di dare sfogo a passioni forse mai concesse. Infine è possibile trovare per i più audaci corsi più “giovanili e moderni” di ginnastica e, perché no, gli attualissimi corsi di yoga.

Ma cosa spinge una persona anziana a frequentare un Centro Diurno? Cosa, o chi, li porta ad uscire di casa per mettersi nuovamente in gioco, relazionandosi con altre persone e abbandonando la “sicurezza” della casa? Una persona anziana può giungere in queste strutture perché spinta dal medico di famiglia, dai figli, da un amico, ma anche perché può sentire la necessità di condividere con altri nuove esperienze. In questi Centri si creano delle “micro-società” con un leader e nascono nuove amicizie, “cose” che ad una certa età non sembravano più possibili e che addirittura, in alcuni casi, sono criticate.
Lo sviluppo di nuove dinamiche emozionali favorisce il superamento di attimi di sconforto causati dal “sentirsi soli”. E’ forse eccessivo, da parte nostra, pensare al Centro Diurno come una nuova frontiera per combattere la solitudine: però, da sempre, relazionarsi con gli altri e mantenersi “vivi” attraverso stimolazioni ludiche e ricreative può essere un freno agli stati d’animo tristi che talvolta colgono le persone in particolari momenti della vita.

Alessandra Colombo
(Gruppo di Ricerca Geriatrica)

 

Gianni, da alcuni anni fruitore del C.D.I., partecipa ad attività proposte dall'Animazione con grande entusiasmo ed impegno

Gianni, da alcuni anni fruitore del C.D.I., partecipa ad attività proposte dall’Animazione con grande entusiasmo ed impegno

N.B.: “Il Giornale di Brescia”, nella pagina “Medicina e Salute” pubblicata con cadenza settimanale, inserisce opportunamente una rubrica dedicata alla cosiddetta “Terza età” e redatta da operatori socio-sanitari del Gruppo di Ricerca Geriatrica.
Nel numero 274 di Lunedì 4 ottobre 2004 è apparso questo articolo dedicato ai Centri Diurni. Noi Ospiti della Casa di riposo di Pralboino ne abbiamo discusso con le animatrici durante la lettura quotidiana del giornale e ci siamo trovati d’accordo nella opportunità di portare a conoscenza di tutti il contenuto dell’intervento della dott.ssa Alessandra Colombo.

Gli Ospiti della Fondazione Onlus “Longini – Morelli”

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